Grigio o verde che sia, il business è sempre business. Lo provano le affermazioni di un pezzo grosso Nissan, Mitsuhiko Yamashita, che trattando della tecnologia costruttiva delle auto eletriche del prossimo futuro e commentando alcune recenti realizzazioni in materiali compositi, in particolare la BMW i3, ha detto che l’uso della fibra di carboinio è adatto al campo aeronatico ma del tutto inappropriato per quello autombilistico. Questioni tecnologiche? Il carbonio ha un vulnus sonosciuto ai più? Niente affatto. Semplicemente il carbonio dura troppo. Una scocca in questo materiale può mantenere infatti la perfetta efficienza per oltre 30anni e ciò ostacola le politiche di marketing. Ci troveremmo con vecchie auto in forma quasi quanto quelle nuove e la sola differenza di sovrastrutture o di evoluzione tecnologica non basterebbe a incentivare nuovi acquisti. Ipse dixit. In seconda battuta, però, Yamshita ha tirato fuori anche un argomento più tecnico, quello del costo elevato, sia di produzione delle fibre sia di costruzione delle scocche, che entra in competizione diretta con materiali meno esotici (alluminio, acciai alto resistenziali) ma capaci di ottime prestazioni se applicati con le tecnologie più avanzate. Ne deduciamo che La Leaf non seguirà la i3 nell’uso di materiali compositi; ci attendiamo quindi una politica dei prezzi assai più attraente da Nissan. Ma forse in futuro l’usato andrà controllato a fondo…

Nissan punta su Renord
Con l’apertura della nuova sede milanese di via Certosa, Renord è partner esclusivo del marchio giapponese per l’intera area urbana. Mentre alcuni marchi cambiano il