Nell’ambito dei carburanti sta avvenendo una rivoluzione sotto traccia, di cui i consumatori si renderanno conto solo tra qualche anno ma che ha le basi nei nuovi equilibri dell’approvvigionamento energetico. Gli Usa, principalmente, hanno già cambiato completamente la loro mappa delle risorse attingendo massivamente allo shale gas sul territorio nazionale. Lo shale gas è in pratica gas naturale contenuto in argille che hanno ospitato fermentazioni batteriche anaerobiche e (a parte la devastazione dei territori interessati e l’ingente consumo di acqua per l’estrazione) sta rendendo gli Usa indipendenti sul fronte energetico. Ma, soprattutto, rende disponibili a basso costo enormi quantità di metano che, oltre alla produzione di energia elettrica, dovrà trovare impiego anche nell’autotrazione. A iniziare dai trasporti pesanti, i trucks, che dati gli elevati consumi saranno i primi a trarne beneficio. L’equazione Diesel-autocarro, quindi, in futuro è destinata a divenire meno ovvia e ciò determinerà grandi surplus di produzione, data la taratura di funzionamento delle raffinerie oggi esistenti. Ma l’altra parte della rivoluzione riguarda i trasporti aerei: la Boeing, infatti, ha recentemente abilitato il green diesel come carburante aeronautico in alternativa ai vari jet fuel oggi in uso. Il green diesel è un carburante ottenuto da fonti rinnovabili ma trattato industrialmente per renderlo più simile al gasolio rispetto al biodiesel. Grazie anche agli incentivi governativi, i costi potrebbero abbassarsi notevolmente, mentre gli impianti di raffinazione potrebbero trovare sbocco produttivo trattando materiali biologici invece dei derivati del petrolio.

Ridurre il riciclo
Questo lo scopo finale del progetto giapponese: una plastica in grado di ripararsi da sola potrebbe allungare enormemente la vita operativa dei particolari in cui