Piccola digressione culturale. Si apre oggi alla Triennale di Milano la mostra Abiti da Lavoro, una interessante iniziativa curata da Alessandro Guerriero che ha raccolto 40 mise professionali ideate da progettisti di tutto il mondo. Il taglio dell’esposizione è decisamente creativo e va ben oltre la funzionalità contingente da sempre associata all’abbigliamento legato alle professioni, espandendosi in campo artistico. Ma è interessante riflettere su come nel corso del tempo e in particolare negli ultimi anni funestati dalla crisi l’abito abbia subito una progressiva trasformazione da indumento protettivo a indumento che esprime funzione e segno sociale e, arrivando a oggi, valore dell’espressione individuale, immagine di ciò che vogliamo essere nel mondo. Penso ai piloti della prima metà del secolo scorso, che correvano con i vestiti di tutti i giorni o ai motociclisti con il cappello: la sofisticazione odierna ha trasformato nettamente il look e l’insieme di ciò che il pilota indossa non è più soltanto una protezione ma mette in luce l’individualità e, con buona pace degli sponsor, l’eclettismo del singolo. E la mise con cappellino, camiciola, shorts, flip flop, smartphone e computer esprime al meglio cosa sia oggi un abito da lavoro, in un ambito virtuale che il web incarna perfettamente.

Cattive dentro
Una presentazione eccezionale con tre vetture che rappresentano il top della sportività di fascia media. Sono le nuove BMW M3, M4 e M4 Cabriolet. Ormai