L’introduzione dei nuovi cicli di misurazione su strada per emissioni e consumi, che evidenziano il reale tasso di inquinamento prodotto dai motori di ridotta cubatura, sta influenzando il futuro dei propulsori, vedi le dichiarazioni del boss VW Herbert Diess sulla fine del downsizing come chiave di volta dello sviluppo techno. Ma lo sviluppo dei progetti e la loro industrializzazione richiedono tempo e accade che a fronte di una dichiarazione di fine dei giochi molti abbiano ancora il colpo in canna. E’ il caso di Torotrak, azienda britannica che ha strutturato la sua produzione sul concetto di trasmissione toroidale (qualche anno fa Nissan sperimentò un cambio automatico a variazione continua di questo tipo), realizzando volani e compressori centrifughi accelerati nella rotazione mediante, appunto, trasmissioni toroidali. Il compressore centrifugo V-Charge fu presentato nel 2012 e tuttora ha parecchie frecce al suo arco, ma Torotrak ha deciso di interromperne lo sviluppo, data quella che si prospetta come la possibile fino o quantomeno il ridimensionamento dei motori sovralimentati. Il V- Charge ha il pregio di fornire una portata considerevole anche a regimi prossimi al minimo grazie al moltiplicatore di giri interno; una installazione sperimentale sul motore Ford Titanium di un litro a 3 cilindri ha permesso di ottenere 160 CV e e 250 Nm, valori tipici di un due litri di buona prestanza, ma soprattutto disponibili sin dai regimi più bassi come nei Diesel. Torotrak sperava in un contratto di fornitura a lungo termine, ma la dura realtà lo rende un miraggio. Data la validità del concetto, il compressore troverebbe utile impiego perlomeno su motori più grandi, ma a questo punto si entra nel campo del marketing industriale, dove le commesse seguono logiche che spesso prescindono dalla tecnologia.

Ridurre il riciclo
Questo lo scopo finale del progetto giapponese: una plastica in grado di ripararsi da sola potrebbe allungare enormemente la vita operativa dei particolari in cui