Seat Leon CUPRA 300: emozioni da corsa

C’era una volta la Seat, la Casa di Barcellona che faceva auto brutte, brutte copie di brutte Fiat. Era il dopoguerra e bisogna attendere il 1982 per la rottura del sodalizio. Che aprì la strada a VW e all’iniezione di tecnologia made in Deutschland, quella che ha consentito di realizzare le versioni Cup Racer, più note come CUPRA. L’ultima si chiama Leon CUPRA 300, 300 come i cavalli che scalpitano sotto il cofano. 

Da fuori è aggressiva, ma non tamarra, anzi, se si acquista il pacchetto Performance Pack si possono avere i cerchi di un bell’arancione (oppure nero brillante) che spara mica male, lasciando intravedere le pinze rosse Brembo (o nere se accoppiate ai cerchi scuri), una storia vistosa ma non di cattivo gusto. La linea è quella delle altre Leon, equilibrata e impreziosita dai fari full led, dai montanti neri e dal terminale di scarico cromato. Dentro un ambiente di tono sportivo con profilature in Alcantara e sedili di qualità, più avvolgenti a richiesta. Il volante in pelle ha la parte squadrata in basso, come ormai di prammatica estetica sulle sportive. Schermo touch da 8 pollici, ricarica wireless per il cellulare e sistemi di assistenza alla guida come quello per non stirare i pedoni completano la dotazione.
300 cavalli, dicevo. Erogati dal 4 cilindri 2 litri TSI turbocompresso, dotato di doppio sistema di iniezione, diretta e indiretta a seconda delle condizioni di carico e regime, e variatore di fase. La coppia massima è di 380 Nm da 1.800 a 5.500 giri, parecchi per scaricarli tutti sull’asse anteriore: di qui la presenza del differenziale autobloccante VAQ a controllo elettronico (comandato da una frizione haldex interna), assolutamente necessario per garantire una trazione efficace. Il motore è decisamente esuberante, ma ha una tonalità tutto sommato discreta: si sente più il borbottio in scalata del rombo in accelerazione. In ogni caso l’accoppiamento con il DSG (unica trasmissione prevista per il mercato italiano) è perfetto.
L’ho provata a Castellolì, un bel circuito nei dintorni di Martorell, sede della Casa. E più che i giri in pista, al seguito di una CUPRA Racer Evo 2017 da 350 Cv pronta per il campionato, quelli illuminanti sono stati i percorsi stradali attorno alla pista, su tracciati che sembrano piste da kart, tortuosi e privi (per fortuna) di traffico. Dopo aver escluso ogni controllo mi fiondo sulla strada, con l’avantreno che scalpita ma torna sotto controllo grazie all’autobloccante, pur se con un piccolo (ma avvertibile) ritardo. Se butti l’auto in curva con cattiveria, puntando nettamente verso l’interno, il sottosterzo di potenza aiuta a compensare la traiettoria e in poco tempo ci fai la mano, fai tu da stabilizzatore. Un comportamento quasi istintivo e decisamente efficace per le medie sostenute, basta un’occhiata al tachimetro per rendersene conto. Risultato: una ventina di chilometri percorsi con l’adrenalina che ti schizza dagli occhi, con le botte sonore in scalata del perfetto DSG, che fanno tanto racing. 
Tutto ciò con la SC, quella a tre porte e trazione anteriore. Poi ci sono la 5 porte e la ST, più lunga e con la trazione integrale 4 Drive. Con la 4×4 anche eliminando ogni assistenza l’auto rimane più prevedibile e generalmente in assetto grazie alla miglior trazione; la sensazione è di andare leggermente più piano, ma bisognerebbe cronometrare per avere un risultato verificabile. Di certo si evitano le furiose sgommate della SC, che tirando di brutto lascia strisciate nere sull’asfalto in prima, seconda e terza. Il cambio si aziona con le ormai solite palette al volante e la rapportatura si adatta perfettamente alle caratteristiche del motore; le accelerazioni sono brucianti e la tenuta sempre sicura, con un sottosterzo molto prevedibile. L’assetto sportivo con gli ammortizzatori a controllo elettronico aiuta parecchio: basta selezionare la modalità Cupra sul cruscotto e anche lo sterzo diviene più reattivo e pronto, peraltro con pochissime reazioni  al volante, cosa non del tutto comune con un autobloccante e 300 cavalli sul’anteriore. Freni OK, resistenti agli strapazzi e soprattutto con un comando ben dosabile.  
Non stanca la Leon, anche perché se vuoi rilassarti un attimo selezioni la modalità comfort e tutto cambia: poco rumore, un bell’assorbimento delle asperità, cambiate regolari sino alla 6°. Ma non si guida così una CUPRA. 

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