Oggi l’argomento clou è l’economia. Nel caso specifico l’andamento di borsa di Tesla, che nei prini tre mesi del 2019 ha perso ben 702 milioni di dollari di capitalizzazione nonostante il successo di vendita (anche in Europa) della Model 3 e l’annunciato debutto entro il 2020 dei taxi robotizzati che Musk intende espandere in US. Le regole della borsa sono allo stesso ferree ed elastiche, dipende da quanto il titolo muove l’ambiente economico in termini profittevoli. Questo vuol dire che se nel passato, pur a fronte di difficoltà produttive e gestionali, il titolo Tesla garantiva movimenti speculativi interessanti per molti, oggi quella fase sembra esaurita e il mercato si concentra cinicamente su numeri produttivi della 3 sempre in difetto e calo del valore residuo delle Model S e X, oltre alle difficoltà a reperire il denaro necessario a completare la fabbrica di Shanghai in Cina. Quindi, nonostante le 14.652 Model 3 vendute in Marzo in Europa, dato superiore a quello relativo alle BMW Serie 3 e Audi A4, e il prospettato arrivo della Model Y, la Suv su base 3, l’andamento globale del marchio è passivo. Un passivo notevole, perché dal 2010 Tesla ha avuto soltanto 4 trimestri in attivo ma nessun anno proficuo mentre dal 2009 ha perso 6,4 miliardi di dollari. Se aggiungiamo che la concorrenza dei marchi tradizionali ha ormai le armi per combattere, il futuro del brand potrebbe tingersi a tinte fosche. E non saranno le dichiarazioni a effetto di Musk sul nuovo business alla Uber dei possessori di Tesla, che potrebbero far soldi usando le proprie auto come robotaxi nei momenti di inutilizzo, a far cassa.

Un duo ex-Ferrari a Gaydon
Amedeo Felisa, in precedenza ad del Cavallino, assume il comando di Aston Martin; lo affiancherà da giugno Roberto Fedeli, direttore tecnico a Maranello fino al