
La parabola automobilistica di Apple si è conclusa formalmente nel 2016 con l’abbandono del progetto Titan. D’altronde, fin da quel momento i vertici aziendali avevano fatto sapere che lo spin off dell’iniziativa automotive consisteva nella concentrazione sui progetti di guida autonoma, filosofia che è proseguita nel tempo con le notizie di due anni da da parte dell’ad Tim Cook sullo sviluppo di un sistema di guida autonoma proprietario e ora dalla notizia dell’acquisto di Drive.ai, società leader del settore in Usa. Drive.ai non era messa bene e sembra stesse per accedere a uno dei chapter che equivalgono dalle nostre parti a un’istanza di fallimento; i suoi 90 dipendenti erano perciò alle strette ma la loro esperienza, maturata con gli esperimenti texani di self driving del 2018 tra lo stadio il campus di Arlington, avevano fatto scuola, qualificando l’azienda al livello di Alphabet, leggi Google. Il know how attuale di Drive.ai si concretizza nelle Nissan NV200 che hanno raggiunto un pieno livello 4 di guida automatica (il massimo è il livello 5) ed è proprio da qui che Apple vuole evolvere per competere prossimo mercato di software e hardware dedicati all’automobile. La politica complessiva di Apple a riguardo resta però un po’ oscillante, anche in considerazione della generale aria di crisi che tira nell’automtive che potrebbe infine sconsigliare investimenti nel settore da parte di aziende esterne.