Il Dieselgate sembrava chiuso. Solo negli USA però, perché ne è appena sorta un’insidiosa coda europea. Il ministero dei trasporti tedesco ha infatti messo sotto accusa Audi per aver rilevato quattro diversi sistemi di aggirare i limiti di emissione sui motori Diesel V6. Le parti di software incriminate sono relative alle vetture dotate di motori turbodiesel prodotte fino al 2018, oltre due anni dopo l’inizio dello scandalo americano di VW. Si tratta della manomissione dei sistemi di controllo delle emissioni durante la fase di riscaldamento del motore, una procedura integrata nella centralina che ha prodotto il richiamo forzato del gennaio scorso e portato alla luce che circa 200.000 vetture sarebbero fuori norma. La questione è però più legale che tecnica, in quanto che solo uno dei quattro pezzi di software sarebbe illegale e per questioni legate all’evoluzione del riscaldamento del propulsore. Tutta la faccenda è però ancora in ballo, poiché sembra che il ministero basi le sue accuse sull’esame dei dati forniti da Audi stessa e non da prove effettuate per contro proprio. Ne vedremo l’evoluzione.

Ridurre il riciclo
Questo lo scopo finale del progetto giapponese: una plastica in grado di ripararsi da sola potrebbe allungare enormemente la vita operativa dei particolari in cui