La guida autonoma allarga sempre più i suoi confini: se è già allo studio per i mezzi aerei, ora arriva anche a quelli galleggianti. Il progetto si chiama Roboats, è condotto congiuntamente da 5 anni da un’équipe dell’MIT di Boston e dall’Amsterdam Institute for Advanced Metropolitan Solutions e sta sviluppando battelli a guida autonoma. Lo sviluppo per ora è concentrato su natanti che si muovano nei canali, perché Amsterdam ha intenzione di sfruttarli in maniera integrata con gli altri mezzi urbani. Ma è indubbio il potenziale di un simile know how, che potrebbe dar vita a piattaforme galleggianti capaci anche di compiere delivery, raccogliere spazzatura o svolgere compiti tecnici di sorveglianza. La guida si basa sull’uso di un LiDAR (un laser per il rilevamento) e di una telecamera, connessi a una rete neurale che riconosce gli elementi presenti nel canale e dà indicazioni ai sistemi di controllo della spinta e alla timoneria per evitare gli ostacoli e tenere la rotta prefissata. Le prospettive del progetto sono però assai ampie se pensiamo alle navi oceaniche destinate al trasporto globale. Certo qui l’approccio è più complesso, perché se non c’è quasi mai il problema del traffico (porti esclusi); c’è però quello del mezzo su cui si galleggia, che non è né liscio né uniforme. Le masse in gioco poi possono diventare enormi, con tutte le conseguenze legate all’inerzia. Ma una flotta di navi a propulsione solare autonome sarebbe una bella svolta nella lotta alla produzione di CO2, no? Magari anche Greta Thunberg, appena arrivata in Usa sullo yacht a vela di Pierre Casiraghi sarebbe d’accordo. Ammesso che non siano troppo veloci per lei.

L’automobile domani
Per quanto diverso da quello tradizionale sia stato sinora l’approccio all’auto elettrica, nessuno prima della REE aveva sfruttato così a fondo le possibilità offerte dalla