Un mese fa trattavo del Volocity, il multicottero tedesco che ambisce al ruolo di primo aerotaxi automatico in servizio effettivo. A seguito dei test svolti all’aeroporto di Helsinki due settimane fa (una delle città che ha autorizzato il veicolo alle prove di volo), sabato scorso si è svolto a Stoccarda, al quartier generale di Daimler, il primo volo ufficiale in Germania. Il marchio tedesco è stato con un versamento di 27 milioni nel 2017 tra i primi investitori nel progetto della Volocopter e la scelta di accoglierne il debutto in patria rientra nei suoi progetti ad ampio spettro sulla mobilità del prossimo futuro. Ricordo che il Volocity ha 18 rotori ad azionamento elettrico, un’autonomia di 20 minuti con un range di 35 km alla velocità massima di 110 km/h. Decolla verticalmente da piattaforme dedicate che dispongono di un sistema di sostituzione delle batterie a ogni atterraggio per garantire piena autonomia (!?) a ogni volo. Al di là della comprensibile soddisfazione per un progetto che si mostra davvero operativo (specie quella di chi ci ha messo parecchio denaro) mi domando se ci siano i presupposti di sicurezza per un sistema di volo automatico e per di più con così poca autonomia. Se qualcosa va storto i tempi per agire (e chi dovrebbe agire visto che il pilota non c’è?) imporrebbero ritmi frenetici che in genere sono fatalmente l’anticamera di un guaio. E chi paga salato per un servizio così esclusivo non credo proprio voglia fare la cavia.

Tutta sua la città
Anche Renault, dopo Citroen, annuncia l’ingresso nella micro mobilità urbana. Si chiama EZ-1, è una due posti lunga 2,3 metri e per ora è solo