Approfittare di un periodo storico ed economico complesso come l’attuale per trasformare la propria vita in un fumetto? Forse Musk lo ha già fatto.

Per qualcuno le crisi sono rare occasioni di crescita; è una regola aurea dell’economia attuale, basata più sugli umori che sulla sostanza.
Ma l’indubbia abilità di Elon Musk nello sfruttare alla perfezione le turbolenze del mercato mostra come il tycoon ambisca a disegnarsi nel mondo reale una vita alla Bruce Wayne o meglio alla Tony Stark.
Da un lato la sua high life con modelle, ex mogli di attori famosi, passerelle e stranezze a solo lui concesse (tipo il lanciafiamme), dall’altro un tourbillon di iniziative che spaziano (è il caso di dirlo) dai lanci spaziali alla ormai tradizionale fabbrica di auto, dall’Hyperloop ormai ceduto al nuovo Neuralink, che in potenza potrebbe addirittura fare le scarpe a Microsoft.

C’è un po’ di tutto nelle prospettive future di Musk, ma fondamentalmente il denaro lo guadagna in borsa. Il titolo Tesla è salito in un anno di 10 volte: da poco più di 218 $ ai 2238 $ della chiusura di ieri. E se Trump taglia i fondi alla Nasa gli astronauti yankee li manda lui nello spazio, ovviamente a caro prezzo. Un’operazione immagine, perché non è pensabile che la sua società possa riprodurre l’immane struttura dell’ente governativo, ma nell’immaginario collettivo Elon Musk è già su Marte, la sua aura cresce e il valore delle azioni Tesla pure.
Tutto bene? Per lui certo, per il mercato non è detto. Da più parti si sollevano timori per quella che è ormai a tutti gli effetti una bolla speculativa mondiale basata sull’economia green. Le uniche aziende che registrano crescite in questo periodo sono quelle che scommettono su un futuro eco, ma a dispetto della credulità popolare, la compatibilità ambientale non è legata sempre a doppio filo alle iniziative high tech.
Nel settore auto, in particolare, sono sempre più forti i dubbi sul futuro elettrico, visti da un lato i prezzi dei prodotti in offerta e dall’altro le ristrettezze della recessione mondiale generata dal covid, che non mostra nemmeno lontanamente i titoli di coda.

Le regole generali stanno cambiando rapidamente, quelle di movimento pure. E non è pensabile oggi che con un futuro così incerto
una famiglia media investa 40 o 50 mila euro in un mezzo destinato a permettere minore mobilità rispetto alle soluzione tradizionali che, incidentalmente, costano un terzo.
Un crollo in stile 2008 sarebbe devastante e ci lascerebbe alla mercè del virus con risorse medievali, una prospettiva inquietante che da più parti si paventa con paura. Forse è ora di riprendere il filo della razionalità e tentare di scrivere tutti insieme un futuro basato sulle certezze, ma soprattutto costruite un passo alla volta.
I salti stellari lasciamoli ai fumetti.