C’è stato un tempo in cui VW avrebbe battuto la grancassa per questa auto. Ora la première avviene decisamente sottotono…

“O tempora o mores” dicevano i latini. E il costume automobilistico è decisamente cambiato nell’ultimo anno, con un’accelerazione innaturale propulsa dalle norme UE, che alla faccia di evidenze scientifiche e oggettive diseconomie, che hanno come obiettivo l’eliminazione del motore Diesel.
Fa effetto dunque che il gruppo che più stia spingendo sull’elettrico faccia ancora debuttare uno dei suoi fiori all’occhiello a gasolio, la nuova edizione della Golf GTD.

Nata nel 1982 con un motore di 1.6 litri e 70 CV, arriva ora a ben 200 CV e 400 Nm, con il cambio DSG a 7 marce di serie, uno 0-100 in 7,1 s e una Vmax di 245 km/h. Lo scarico è dotato del sistema SCR con con doppia iniezione di AdBlue che riduce gli NOx al minimo; per la CO2 emessa nessun problema perché, lo sappiamo, è già assai minore di quella prodotta da ogni paragonabile motore a benzina.
Contariamente ad altri costruttori (pure tedeschi), VW per sua dichiarazione non ha intenzione di abbandonare il Diesel, forse anche perché permane all’interno dell’azienda una sana mentalità ingegneristica che i conti li fa sui dati e non solo sul mood.

L’esterno è quello delle Golf 8 e richiama le recenti GTI e GTE, l’abitacolo mostra una plancia digitale da 10.25’’ personalizzabile; nel tunnel centrale sopra la leva del cambio c’è il gadget del tasto di accensione che lampeggia in rosso fino all’avviamento.
I sedili sportivi richiamano nella parte centrale il tradizionale motivo a quadretti GT; il volante ha le razze con comandi touch capacitivi.

La dotazione di serie in termini di ADAS, assetto e modalità di guida è ampia, ma prevede un’altrettanto ampia serie di optional; per le versioni di lancio si aggiunge gratuitamente il navigatore Discover Pro. Il tutto per 41.450 euro. Mica pochi per una Golf, quasi 6.000 più di una ID.3…