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Metti la ricarica in corsia

Basandosi sulla tecnologia wireless, un progetto americano prevede la realizzazione di apposite corsie autostradali per la ricarica in movimento.

Nonostante i progressi nella tecnologia degli accumulatori e nella logistica dei sistemi di ricarica (entrambi lenti, troppo lenti), il nodo di come consentire alle auto a batteria una facilità di circolazione almeno pari a quella dei veicoli tradizionali è ancora da sciogliere.
Si tratta ovviamente del problema della ricarica, che si estrinseca sia nella disponibilità dei punti di alimentazione sia nel tempo necessario all’operazione, entrambi argomenti chiave per evitare tempi morti. A riguardo crescono le aspettative sulla ricarica wireless, che dopo l’endorsement dei coreani oggi fa registrare anche un nuovo interesse negli Usa.

Un comunicato stampa della Cornell University, infatti, sostiene che questo sia il momento giusto per lo sviluppo di una tecnologia wireless, sulla base dei risultati di un team di ricerca che ha lavorato allo sviluppo di un sistema di ricarica a induzione che utilizza piastre metalliche incorporate nella pavimentazione stradale. L’idea è che nella rete autostradale sia prevista una corsia di ricarica sulla quale un guidatore può passare quando la sua autonomia è al minimo.
Nel piano da 2 trilioni di dollari del presidente Biden sono previsti fondi per ricostruire 20.000 miglia di strade e potrebbe essere il momento giusto per sviluppare una nuova infrastruttura wireless sull’intero territorio.

Grazie a un trasponder sulla vettura avverrebbero il riconoscimento e l’addebito, mentre il semplice spostamento di corsia potrebbe avvenire in modo multiplo per ogni veicolo ne abbia necessità in quel momento, garantendo a tutti un livello di carica adeguato a compiere il viaggio in corso.
La cosa non è però semplice come appare d’acchito. A parte i problemi di costo dell’installazione delle piastre, c’è anche quello della fornitura di energia, che dev’essere decisamente cospicua per garantire l’alimentazione a ogni automobilista. Infine, un campo di radioonde ad alta frequenza di tale potenza dovrebbe essere adeguatamente schermato per non cuocere involontariamente qualcuno, oltre a impedire che in caso di incidente le parti metalliche divengano conduttori di corrente a intensità pericolose per fulminazioni e rischi di incendio.
Insomma tutto un nuovo campo di sviluppo, ambizioso ma certo promettente.

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