Un costruttore giapponese annuncia la messa in produzione dei primi accumulatori al litio privi di elettrolita liquido.

Di questi tempi ci siamo abituati a che le principali innovazioni nell’accumulo di energia vengano dalla Cina, ma questa volta il Giappone ha ripreso quello che per decenni è stato il suo primato tecnologico. La nipponica Murata, azienda leader nel settore dopo un accordo con Sony proprio nell’ambito degli accumulatori, ha annunciato la messa in produzione del primo accumulatore con elettrolita allo stato solido.
L’azienda ha fatto grandi investimenti nella ricerca sui materiali destinati a costituire gli elettrodi, tecnologia chiave per evitare deperimenti precoci e rischi di incendio negli accumulatori al litio quando si adotta un elettrolita solido e ora è pronta a iniziare la produzione di elementi destinati al mercato degli smartphone e dei piccoli elettrodomestici.

A questo proposito occorre un chiarimento. La crisi nella disponibilità di semiconduttori denunciata dall’industria automobilistica è frutto di problemi causati dall’epidemia. Quando nei mesi scorsi le Case hanno ridotto drasticamente gli ordinativi, i produttori di batterie hanno riprogrammato la produzione sull’elettronica di consumo, che invece ha registrato nello stesso periodo una forte crescita. E ora che la produzione di auto riprende occorre mettersi in coda. Questo spiega come il prodotto di Murata non sia indirizzato, per ora comunque, all’automotive.

La produzione inizierà entro qualche settimana nello stabilimento nazionale di Yasu con quantitativi via via crescenti, anche se l’azienda ha fatto sapere di necessitare di capitali per poter seguire l’andamento esponenziale degli ordini, che in prospettiva potrebbero riguardare direttamente o su licenza anche la realizzazione di accumulatori per il settore auto.