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Le due facce della medaglia

Da un lato il salone di Monaco, celebrazione in pectore della transizione dell’automobile verso l’elettrodomestico, dall’altro l’inossidabile Morgan, che va avanti con una nuova edizione del suo threewheeler.

Un momento epocale, ancorché decisamente forzato, quello che vive l’automobile. La transizione elettrica così fortemente voluta dai tedeschi (e quindi dall’intera UE) con lo scopo esplicito di una svolta ecologica, ma l’intenzione occulta di far dimenticare lo scandalo del Dieselgate, guida una modifica netta e forse definitiva per ciò che il mezzo privato ha rappresentato sinora.
Le auto a batteria, infatti, si portano appresso la guida autonoma, il controllo operativo online e le limitazioni imponibili in tempo reale a circolazione e velocità, l’opposto in pratica di tutto ciò che in termini di libertà di movimento ha rappresentato sinora l’uso delle vetture.
Come sempre non tutto è da buttare, una gestione intelligente è utile in certi casi, ma c’è da domandarsi se davvero abbiamo bisogno di questa integrazione spinta dei sistemi, che finirà per relegarci sempre più in un mondo virtuale nel quale lo spazio per i bisogni reali è a rischio.

Ma non tutto scorre secondo i diktat teutoni. Oltremanica c’è ancora chi crede che uno spazio per il divertimento alla guida si possa mantenere con i tradizionali motori a combustione. Così la Morgan, Casa artigianale di grande prestigio e famosa per le sue scelte stilistiche e costruttive controcorrente, mostra il suo Threewheeler 4.0, che manda in pensione il trazionale V twin anteriore in favore di un millecinque a tre cilindri Ford (per ora aspirato) che potrebbe già erogare 130 CV al posto degli 81 precedenti. La festa dei traversi quindi, con tutta la potenza sulla singola ruota posteriore, un modo di concepire un veicolo per ottenerne forti e inimitabili sensazioni e tanta adrenalina. E non venitemi a dire che le Morgan costano molto, perché le elettriche non sono certo da meno.

Ok, non tutti possono infilarsi in un abitacolo da caccia per andare a fare la spesa, ma è utmost important, come direbbero i brit, che queste auto continuino a esistere e che non vengano asfaltate in nome di un malinteso progresso eco-elettrico.
L’ho già detto molte volte: sono certo che le auto elettriche siano il futuro, ma è troppo presto. Troppi cambiamenti epocali in una volta sola, troppe modifiche radicali a uno stile di una vita già fortemente provato dal Covid, troppi costi passivi per le economie sofferenti e piegate dei nostri giorni. Ci vogliono più tempo e una radicale modifica alla base della società che è tutt’altro che lì lì per accadere, vedi l’Afghanistan.
Quindi, hush, calma: programmiamo i mutamenti con tempi umani e non dettati dall’high tech.
Ma, soprattutto, lasciateci divertire!

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