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Orizzonte variabile

Le prospettive del mondo dell’auto sembrano cambiare di continuo, con segnali di ripresa alternati a tonfi annunciati. E non è detto che le crisi di approvigionamento siano davvero all’origine dei problemi.

Nonostante i produttori riescano ancora a realizzare profitti, il settore automobilistico è stato decisamente in crisi negli ultimi anni. E proprio ora che la crescita sembrava essersi stabilizzata, le catene di approvvigionamento sono ostacolate dalla carenza di semiconduttori. Una pessima situazione, che secondo autorevoli voci dell’economia non può che peggiorare. In UK la Society of Motor Manufacturers and Traders (SMMT) ha rilevato che le immatricolazioni di veicoli sono calate di circa il 35% a settembre rispetto al 2020.
Un calo rilevante, perché il mese rappresenta in genere il secondo periodo più redditizio per il mercato; comunque rispetto alla media degli ultimi 10 anni le vendite sono in realtà diminuite di quasi il 45%.

Le Case hanno trascorso gli ultimi due mesi a segnalare cali significativi delle vendite e a cercare a chi attribuire la colpa. Ma nonostante le apparenze, la mancanza di denaro della clientela non è il problema principale, visto che l’aumento dei prezzi sia per le automobili nuove sia per quelle usate non ha inciso quanto il deciso allungamento dei tempi di consegna. A motivo di ciò l’industria ha continuato a incolpare la carenza di semiconduttori, ma il dato emerso in UK suggerisce che questo possa essere semplicemente un paravento.

Il mese scorso oltre 32.000 nuove auto elettriche sono state immatricolate nel Regno Unito, delineando una situazione record. Tutto ciò sebbene i veicoli elettrici richiedano intrinsecamente una maggior quantità di chip a semiconduttore rispetto alla maggior parte dei moderni veicoli a combustione interna.
Le domande da farsi sono perciò: “A che gioco stiamo giocando”? e “Quanto è davvero rilevante la carenza globale di chip nel grande schema del futuro delle Case”?
Personalmente ritengo che i vari governi debbano darsi rapidamente da fare per ottenere risposte concrete a questi interrogativi, vista la forte incidenza dell’automobile sul mondo del lavoro e le sue ricadute sulla vita quotidiana di tutti. La strategia a lungo termine dev’essere esplicita e non soggetta a continue variazioni; non possiamo accettare oscillazioni di carattere borsistico su setttori con un tale peso sulla società.

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