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Metti che una bufera di neve…

Se incappate in un meteo estremamente avverso e rimanete bloccati, sarete più al sicuro con una motorizzaione tradizionale o elettrica? Un test svolto in Usa ci dà la risposta.

Provate a parlare di riscaldamento globale alle migliaia di automobilisti bloccati in queste giorni da neve e freddo sulle strade di Grecia e Turchia. Sì, lo so, non sono gli effetti locali ma quelli globali che contano; sta di fatto comunque che a Est quest’anno l’inverno sia stato decisamente rigido.
Questo però mi dà lo spunto per parlare di un problema non diffusissimo ma molto concreto, quando capita: come restare al caldo se ci si ritrova bloccati in auto da un tempesta per molte ore.
Con le vetture tradizionali si tiene il riscaldamento acceso e si cerca di tirare avanti il più possibile senza finire il carburante, ma sarà altrettanto semplice e sicuro con le auto elettriche?

Alla redazione di Car and Driver hanno focalizzato l’argomento e organizzato un test tra una Tesla Model 3 e una Hyundai Sonata, per mettere a confronto proprio la capacità delle due diverse tecnologie di tenere al caldo gli occupanti, ma soprattutto di verificare per quanto tempo ciò possa durare.
Innanzitutto è evidente che quanto maggiori saranno il contenuto del serbatoio o la carica dell’accumulatore, tanto più a lungo la condizione di accettabile comfort potrà durare. Ma non è consigliabile tenere al minimo un motore a benzina per lunghi periodi di tempo, il rendimento in queste condizioni è a molto basso e il consumo, quindi, aumenta. D’altro canto sappiamo che la carica delle batterie risente negativamente delle basse temperature, riducendosi anche di oltre il 30%. Test svolti in passato hanno mostrato come le Tesla in tali condizioni abbiano performance migliori rispetto ad altri veicoli elettrici, ma sul modello in uso il riscaldamento era fornito tramite una resistenza, quindi con un consumo nettamente superiore a quello riscontrabile adottando una pompa di calore.

Bene, passiamo al test vero e proprio. Le auto sono state lasciate all’esterno con una temperatura di -3.3°C, scesa durante la notte a -12°C. Su entrambe il climatizzatore era sempre attivo, bypassando i sistemi che potessero disinserirlo dopo un certo lasso di tempo. La Hyundai aveva il pieno e la Tesla il 98% di carica; sono stati aperti i finestrini prima dell’inizio della prova facendo scendere la temperatura interna fino a 8°C, poi è stata fissata a 18°C per entrambe le vetture quella dell’abitacolo, valore accettabile tenendo conto che in auto si sta vestiti e che in posizione seduta si mantiene meglio il calore corporeo. 

La prova è stata interrotta per la Tesla 37 ore dopo, quando l’autonomia è scesa al 17% con un range indicato di 80 km; per la Sonata lo stop è suonato invece dopo appena 24 ore, con un consumo di circa mezzo serbatoio. La differenze tra le due auto sono dovute unicamente a ragioni contingenti di praticità, poiché il risultato è stato ricavato unicamente dai residui di carburante e carica.
La Model 3 ha fatto registrare un calo medio della carica del 2,2% all’ora, il che individua una durata massima di 45,1 ore a batteria esausta. Per la Sonata il consumo è stato invece di 1.14 l/ora, che considerato il serbatoio da 60 litri le avrebbero consentito di andare avanti per 52,6 ore. 

Vittoria del motore a benzina, quindi, ma solo se non si fanno i conti energetici: in termini di efficienza infatti la Tesla ha consumato 1,6 kWh all’ora e la Sonata oltre sei volte di più, 10,3 kWh all’ora.
Un divario però spiegabile con il fatto che un’auto elettrica può far funzionare il solo sistema di climatizzazione, mentre una tradizionale deve mantenere acceso il motore e considerato che il propulsore Hyundai è da 295 CV, l’inefficienza ci sta.
La temperatura è stata poi impostata a soli 18°C, rendendo più facili le cose per l’auto elettrica, mentre un aumento anche notevole per quella a benzina non avrebbe fatto differenza, così come se avesse fatto più freddo le cose sarebbero andate ancor peggio solo per la Tesla. Infine, c’è da dire che in condizioni di emergenza un guidatore non avrebbe tenuto acceso il motore in continuazione, ma lo avrebbe azionato di tanto in tanto per economizzare carburante, aumentando così ulteriormente l’autonomia. 

Quindi se in termini energetici vincono le batterie, con una tradizionale si sta caldi più a lungo.
La rivincita del serbatoio, particolare a basso costo in un’auto tradizionale ma estremamente costoso nelle elettriche.

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