Sempre meno protagonista del cambiamento verso un ambiente migliore, l’auto elettrica svela invece sempre più aspetti che la rendono parte di un processo involutivo.

L’auto elettrica è propagandata come uno degli elementi necessari alla tutela dell’ambiente e tutti i blablabla che ne conseguono. Ma nella realtà dei fatti le motivazioni concrete che spingono all’acquisto un automobilista italiano (abbiente, aggiungo) sono:
1) il risparmio d’uso
2) non pagare il superbollo anche con auto da 1.000 cavalli.
Dovrei però quantomeno usare l’imperfetto almeno per la prima delle delle due voci, dato che con l’aumento delle tariffe elettriche il costo di una ricarica ormai è del tutto comparabile con quello di un pieno di benzina e, badate, solo se si utilizza una presa a casa propria, perché con le colonnine pubbliche potrebbe essere addirittura superiore.

Lo ha detto anche Cingolani, il ministro della transizione ecologica, la situazione è cambiata e non si vedono uscite dalle difficoltà in tempi stretti. L’elettricità costerà cara ancora a lungo, quantomeno in Italia. Non vorrei fare polemica, ma in Francia la corrente ha il minor costo d’Europa. Sarà mica perché è prodotta per la gran parte con l’energia nucleare?

D’altronde la produzione delle Case che hanno puntato di più sull’elettrico si va progressivamente spostando verso un’utenza più elitaria. Mercedes ha già iniziato a concentrarsi sulle sue vetture più lussuose e Audi ha appena dichiarato che farà lo stesso, chiudendo la produzione di A1 e Q2.
Come ha già dichiarato Tavares, ad di Stellantis, si va verso una produzione che non permetterà più alla classe media di comprare un’auto. Elettrica però, perché sono proprio quelle che hanno determinato la forte crescita dei costi.
Se aggiungiamo al conto le decine di migliaia di posti di lavoro in pericolo per la rivoluzione elettrica, viene spontaneo parlare più che di rivoluzione di restaurazione elettrica. Un ritorno al popolo sottomesso e immobile (in tutti i sensi) con i ricchi che se la spassano in attività velleitarie, vedi Jeff Bezos che prima viaggia nello spazio e poi cerca la fontana della giovinezza.

Una spirale che occorre disinnescare quanto prima, intervenendo sulle decisioni UE che in primis stanno causando questa débacle globale che porterà l’Europa a essere succube per la mancanza di energia e di produzioni di alta tecnologia, nonchè di materie prime.
L’intero continente rischia di avvitarsi in una spirale inflazionistica in senso più ampio di quello strettamente monetario, con un finale tipo repubblica di Weimar che sono certo chiunque voglia evitare. Ma bisogna fare presto e fare scelte concrete e paganti. Meno ideologia sterile, più principio di realtà.