-lm clkòb mcòlb,òlfg

Lo stato delle cose

Interi gruppi che dichiarano il passaggio tout court al segmento del lusso, modelli con potenze da centrale elettrica. Il mondo dell’auto è il perfetto simbolo di questo crepuscolo degli dei.

Senza voler citare l’Anello del Nibelungo, alla luce della guerra in Ucraina le recenti scelte in campo automobilistico sembrano davvero casuali e disordinate, uno starnazzare sull’importanza di concetti che nella vita reale delle persone non contano nulla.
Mandiamo la paladina della salvezza del clima a fare il controllo sulle emissioni dei carri armati russi, magari il bagno di realtà le farà bene.

Il fatto è che la debolezza dell’Europa è tangibile e che fuori dai confini se ne sono accorti tutti da tempo. La crociata sulla CO2 è uno dei fattori emblematici di quanto sia incapace di elaborare una politica conservativa.
Vogliamo produrre energia elettrica green, ma dipendiamo per la maggior parte da fonti fossili. In tempo di forniture di gas a rischio di chiusura, qualcuno ha fatto i conti sul campo su quanto le  rinnovabili bastino a supplire al conto generale? Anche con un piano di costruzione tappeto di pannelli fotovolatici e di turbine eoliche non andremo mai oltre il 20% del fabbisogno, sempre che sole e vento non vengano meno.

E’ tipico di una cultura decadente fare delle sfumature l’argomento nodale.
Ha senso mettere alle corde un intero comparto industriale in nome dell’ambiente quando l’Europa non è che il 28% di quella superficie mondiale che per la maggior parte non fa un plissé rispetto alla riduzione di gas serra? Sono i principi che contano, vero. Lo stesso concetto che vedo in fase di applicazione verso la Russia in questi giorni, suppongo, dove l’interesse commerciale ed energetico la fa da padrone.

E allora basta. Basta colpevolizzarci, basta spingere verso ipotesi irrealizzabili da Futurama. L’unica cosa che la guerra ha di buono è portarci a un bagno di realtà, a comprendere cosa conti davvero nella vita in termini di bisogni fondamentali e reali, non accademici. Questo stato di crisi non si risolverà presto e l’orizzonte cupo che ci si prospetta sarà fatto di shortage energetico e di carburanti, quando non (e spero di sbagliarmi) di vettovaglie. In tale ottica non vedo torme di BEV sfrecciare per autostrade sgombre con asfalti perfetti pronte ad accedere a piazzole di ricarica ultraveloci, ma piuttosto veicoli affidabili dall’autonomia maggiore possibile.
E la sfida sarà quella di produrli, per un mercato in grado di acquistarli.

CONDIVIDI QUESTO ARTICOLO:

Altri articoli che potrebbero interessarti:

Ridurre il riciclo

Questo lo scopo finale del progetto giapponese: una plastica in grado di ripararsi da sola potrebbe allungare enormemente la vita operativa dei particolari in cui

Leggi Tutto »

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

RIMANI SEMPRE AGGIORNATO SUI NOSTRI ARTICOLI!

Iscriviti GRATIS alla nostra newsletter, riceverai ogni settimana un aggiornamento con i nostri migliori articoli